
Vaccinazione in gravidanza - Ginecologia Andreani
Gentile signora,
La gravidanza rappresenta uno dei momenti piu’ delicati della vita di una donna durante la quale preoccupazioni e responsabilita’ legate alla salute della vita nascente aumentano con il progredire della gestazione. Primo tra tutti e’ l’incognita dell’effetto non noto di molti farmaci sullo sviluppo del feto ed in misura maggiore l’effetto che potrebbe derivare da vaccini sconosciuti pero’ e’ necessario valutare il beneficio che ne deriva nel non ammalarsi di una determinata malattia.
Il vaccino e’ formato da alcune sostanze (virus inattivi oppure proteine) che evocano la produzione di anticorpi nella madre che passando la barriera placentare offrono al feto un certo grado di protezione da alcune malattie note. Possono modificare la severita’ delle stesse al momento della nascita. Pero’ la loro attivita’ e’ influenzata dal fisiologico annullamento o decadimento nella vita post natale determinando quindi la necessita’ della vaccinazione a 3, 6 mesi di vita ed oltre, come le conosciamo tutti.
La presenza degli anticorpi sviluppati precedentemente la gravidanza non sortiscono lo stesso effetto perche’ potrebbero non essere piu’ efficaci sulla protezione fetale. E’ necessario rinnovarli per rendere piu’ efficace la protezione nel feto al momento della nascita
Nello specifico quindi, in ogni gravidanza vengono raccomandate le seguenti vaccinazioni:
PERTOSSE: in italia il vaccino per la pertosse e’ trivalente, cioe’ non si puo’ dissociare da difterite e tetano. Negli ultimi anni e’ stato dimostrato il ruolo della trasmissione attraverso la madre della pertosse, perche’ gli anticorpi che la madre possiede per le vaccinazioni precedenti oppure perche’ ha contratto in passato la malattia risultano non essere sufficientemente neutralizzanti sulla pertosse neonatale che puo’ essere molto grave, persino mortale.
Oggi tale raccomandazione e’ prioritaria, vediamo perche’. Vaccinare la madre nelle ultime settimane (tra 28 e 37) di gravidanza determina la produzione di anticorpi (IGG) che superando la barriera placentare tutelano il neonato dalla malattia perche’ non possiede un sistema immunitario del tutto maturo.
INFLUENZA: come per la pertosse e’ raccomandata la somministrazione della vaccinazione per l’influenza che, tranne nelle stagioni invernali del 2020 -21 che l’influenza ha avuto un basso impatto sulla popolazione dovuta alle misure di protezione per il Covid-19, viene proposta gratuitamente a tutte le donne in gravidanza. L’influenza, ormai e’ noto che possa essere una malattia severa sia per la madre che per il neonato e quindi possa favorire oltre le classiche complicanze polmonari, la minaccia di parto pretermine e distress respiratori nel nascituro.
Non tutti i vaccini sono uguali, i vaccini contro MPR (Morbillo Parotite Rosolia) e varicella, contenendo vaccini a virus vivi attenuati, non possono essere somministrati in gravidanza.
Infatti il piano vaccinale aggiornato al 2019, per le altre malattie infettive in eta’ fertile del ministero della salute, esprime il seguente parere:
In previsione di una gravidanza, è necessario che le donne siano protette nei confronti di morbillo-parotite rosolia (MPR) e della varicella, dato l’elevato rischio, per il nascituro, derivanti dall’infezione materna durante la gravidanza, specie se si verifica nelle prime settimane di gestazione. Per la varicella contratta nell’immediato periodo pre-parto, il rischio, oltre che per il nascituro, può essere molto grave anche per la madre. Poiché sia il vaccino MPR che quello della varicella sono, in via precauzionale, controindicati in gravidanza – pur non costituendo un’indicazione all’interruzione della gravidanza stessa se somministrati per errore1 -, è necessario che, al momento dell’inizio della gravidanza, la donna sia vaccinata regolarmente (con due dosi) da almeno un mese. Vaccinazione anti morbillo-parotite-rosolia (MP
I vaccini contro MPR e varicella, come gia’ accennato, contenendo vaccini a virus vivi attenuati, non possono essere somministrati in gravidanza, sebbene l’effettuazione accidentale della vaccinazione in donne che non sapevano di essere in gravidanza non ha mai fatto registrare un aumento di aborti o malformazioni. È, inoltre, opportuno che le donne che intendono programmare una gravidanza siano informate della necessità di posticiparla di un mese dopo la vaccinazione. L’esposizione accidentale della donna in gravidanza alla vaccinazione o l’inizio di una gravidanza entro le quattro settimane successive alla vaccinazione non rappresentano, quindi, indicazioni all’interruzione volontaria di gravidanza. Nel caso una donna non risulti immune, è importante che sia vaccinata prima della dimissione dal reparto di maternità o, comunque, le sia fissato un appuntamento presso il servizio vaccinale nel periodo immediatamente successivo al parto.
Anche la vaccinazione anti-HPV non è attualmente consigliata durante la gravidanza, poiché non sono stati effettuati studi specifici sull’impiego del vaccino in donne gravide. L’eventuale somministrazione accidentale in gravidanza non comporta comunque l’indicazione all’interruzione volontaria della stessa, mentre la vaccinazione dovrà essere sospesa e le successive dosi rimandate sino al completamento della gravidanza.
Decisamente piu’ complesso e’ il discorso legato alla vaccinazione del COVID-19
Dal documento dell’istituto superiore di sanita’ aggiornato al 31 gennaio 2021:
Vaccinazione contro il COVID-19 in gravidanza e allattamento
La preoccupazione di sottoporsi a una vaccinazione in gravidanza e allattamento, in assenza di dati di sicurezza ed efficacia dei vaccini contro COVID-19 per questo target di popolazione, è oggetto di dibattito a livello nazionale e internazionale. Le indicazioni dei diversi Paesi prevedono l’offerta vaccinale per queste donne subordinata a una valutazione individuale del profilo rischio/beneficio, facilitata da un colloquio informativo con i professionisti sanitari.
In Italia, l’Italian Obstetric Surveillance System (ItOSS) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) prende in esame le indicazioni ad interim, assunte a livello internazionale e nazionale, e le evidenze scientifiche sul tema, producendo documenti condivisi e sottoscritti dalle principali società scientifiche del settore (la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, SIGO, l’Associazione degli Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani, AOGOI, l’Associazione Ginecologi Universitari Italiani, AGUI, l’Associazione Ginecologi Territoriali, AGITE, la Federazione Nazionale Collegi Ostetriche, FNOPO, la Società Italiana di Neonatologia, SIN, la Società Italiana di Medicina Perinatale, SIMP ,la Società Italiana di Pediatria, SIP, l’Associazione Culturale Pediatri, ACP, la Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, SIAARTI). Il primo documento, pubblicato il 9 gennaio 2021, viene sostituito dall’aggiornamento al 31 gennaio, in cui si fa il punto sulla autorizzazione dell’EMA all’immissione in commercio del vaccino AstraZeneca in Europa per i soggetti al di sopra dei 18 anni di età; sulle raccomandazioni ad interim per l’uso del vaccino COVID-19 Moderna mRNA-1273 pubblicate dallo Strategic Advisory Group of Experts on Immunization (SAGE) dell’OMS e sulla conferma da parte della Società di Ostetricia e Ginecologia Canadese (SOGC) dello statement di consenso all’uso dei vaccini contro il COVID in gravidanza e allattamento.
L’obiettivo delle indicazioni ISS è quello di sostenere i professionisti sanitari e le donne in gravidanza e allattamento nel percorso decisionale durante la pandemia di COVID-19.
Tra le indicazioni ad interim italiane relative al vaccino Pfizer-BioNtech mRNA (Comirnaty), il vaccino Moderna e quello AstraZeneca in gravidanza e allattamento vengono analizzate: la sicurezza del vaccino per madri e neonati; i rischi potenziali della malattia da COVID-19 nella madre, inclusi i possibili effetti sul feto/neonato; il rischio individuale di contrarre l’infezione in considerazione delle possibili comorbidità; il livello di attività della pandemia nella comunità di riferimento e sul posto di lavoro della donna.
Queste le indicazioni ad interim al 31 gennaio 2021:
- le donne in gravidanza e allattamento non sono state incluse nei trial di valutazione dei vaccini Pfizer-BioNtech mRNA (Comirnaty), Moderna e AstraZeneca per cui non disponiamo di dati di sicurezza ed efficacia relativi a queste persone
- gli studi condotti finora non hanno evidenziato né suggerito meccanismi biologici che possano associare i vaccini a mRNA ad effetti avversi in gravidanza e le evidenze di laboratorio su animali suggeriscono l’assenza di rischio da vaccinazione
- al momento le donne in gravidanza e allattamento non sono un target prioritario dell’offerta di vaccinazione contro il COVID-19 che, ad oggi, non è raccomandata di routine per queste persone
- dai dati dello studio ItOSS – relativi alla prima ondata pandemica in Italia – emerge che le donne in gravidanza presentano un rischio basso di gravi esiti materni e perinatali e che le comorbidità pregresse (ipertensione, obesità) e la cittadinanza non italiana sono significativamente associate a un maggior rischio di complicanze gravi da COVID-19.
- la vaccinazione dovrebbe essere presa in considerazione per le donne in gravidanza che sono ad alto rischio di complicazioni gravi da COVID19. Le donne in queste condizioni devono valutare, con i sanitari che le assistono, i potenziali benefici e rischi e la scelta deve essere fatta caso per caso
- se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza subito dopo la vaccinazione, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza
- se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può rimandare la seconda dose dopo la conclusione della gravidanza, eccezion fatta per i soggetti ad altro rischio
- le donne che allattano possono essere incluse nell’offerta vaccinale senza necessità di interrompere l’allattamento.
Marzo 2021